RU486 – La legge 194 va rispettata

194: tre numeri UNO-NOVE-QUATTRO.
Sono i tre numeri più maltrattati dai “nostri” politici.

La legge 194 del 22 maggio 1978, sancisce la tutela sociale della maternità e l’interruzione 
volontaria della gravidanza a seguito di un referendum popolare.
Per i due governatori neoletti, Cota in Piemonte e Zaia in Veneto, questa legge non conta nulla,del resto, c’è chi li ha addestrati bene al non-rispetto della nostra Costituzione.
 La RU486 è libertà di scelta. È civiltà!
La RU486 è solo l’ultimo attacco, l’ennessimo in realtà, di una battaglia ben più ampia, 
quella contro l’aborto.
Guerra iniziata anni fa dai cattolici, dal vaticano e dai moralisti.
Quello che interessa ai vari Cota  e Zaia è il voto, non la guerra.  
Sono i voti dei cattolici e dei moderati che li fanno salire al potere e una volta saliti devono
 pur pagare il conto no?
L’autonomia femminile di decidere del proprio corpo è svenduta per la caccia selvaggia 
ai voti nell’area cattolica del paese. Questi uomini, che non hanno idea di cosa sia una gravidanza
e il dolore di un aborto, decidono sulla vita e sulla salute di noi donne, senza se e senza ma.
L’aborto, fin dal 1978 è legale in Italia, ma non è obbligatorio che tutte ne debbano usufruire, 
certamente però, è di estrema civilità permettere a coloro che prendono questa decisione, 
di agire liberamente e di farlo con meno dolore possibile, evitando traumi fisici e psichici.
La RU486 per alcune donne può ridurre tali danni, perché impedirne l'uso, o renderlo difficoltoso?
Questa crociata è la prova lampante che in italia, le donne che vogliono uscire dallo
sterotipo maschilista che le vorrebbe in casa a sfornare pane e figli devono essere 
necessariamente punite in quanto  peccatrici.
C’è in atto una campagna violenta  contro la libertà di scelta, c’è la precisa volontà  di far
soffrire le donne come per “fargliela pagare”. 
Infatti,se decidono di abortire, invece di dar loro l’opportunità di praticare l’aborto nel modo 
meno invasivo e traumatico possibile,  devono almeno soffrire.
Che provino dolore, tanto dolore, che restino traumatizzate dall’operazione chirurgica!
Come se con l’assunzione della pillola RU486 la difficoltà della scelta venisse meno.
Questo  finto rispetto per la vita da parte dei  rappresentanti della Lega Nord  e non solo,
il cui detto sembra essere ormai "dio-patria-famiglia!” dove finisce quando sono pronti a sparare 
sui e sulle migranti o sfruttare i loro corpi?
Vedere tutti questi politici scegliere al posto nostro è intollerabile, come in una dittatura, 
in Italia non si vede o forse non c’è, la differenza tra libertà e oppressione,
il pensiero della maggioranza  è quello dominante e deve essere il pensiero  di tutte-i.
L’OSTRACISMO ALLA RU486 è L’ENNESIMA RIPROVA CHE NON ESISTE ALCUNA
LAICITà DELLO STATO, CHE C’è ANCORA MOLTO DA CONQUISTARE E MOLTE BATTAGLIE
DA COMBATTARE INSIEME , SCENDENDO IN PIAZZA!


Immagine dalle sorelle spagnole, in lotta per un aborto libero e gratuito.  

Cineforum @ Scienze Politiche Roma 3 – Via Chiabrera 199

 
 ore 15:00 Proiezione Yo Puta
scritto, diretto e prodotto da Marìa Lidon (in arte Luna), con Daryl Hannah e Denise Richards.Il film è tratto dall’omonimo romanzo-inchiesta di Isabel Pisano.
a seguire dibattito
  
@ Auletta_Piano Terra
 Scienze Politiche Roma3
Via Chiabrera 199_Metro B Marconi
 
 

[Natale] NELLA TUA CITTA’ C’E’ UN LAGER!

Come
tutti gli anni, intorno a noi si sta consumando la solita farsa di
Natale: le nostre città ricoperte di luci e lucine accese notte e
giorno (alla faccia del risparmio energetico), migliaia di persone
che spendono i loro risparmi comprando regali nel periodo più
costoso dell’anno, pubblicità martellanti che ci ricordano come in
fondo, a Natale, tra un panettone ed un torrone siamo tutti un po’
più buoni…

Un’atmosfera
di serenità e calma apparenti; una campana di vetro fatta ad arte
per proteggerci dal male che ci circonda, e in grado di garantirci il
giusto stato d’animo per portare a termine il nostro compito:
comprare.

Ma
per qualcuno il natale è come tutti gli altri periodi dell’anno.

Migliaia
di persone continuano ad essere rinchiuse, infatti, all’interno dei
centri di identificazione ed espulsione per immigrati (CIE)
distribuiti in tutta Europa.

Sono
i “clandestini”, persone la cui unica colpa è quella di essere
scappati da guerre, povertà o persecuzioni politiche e etniche nei
loro paesi d’origine, e di essere sprovvisti di un pezzo di carta, il
permesso di soggiorno, che sancisca il loro diritto ad essere
considerati esseri umani.

Per
il nostro governo, questo basta per rinchiuderli in luoghi disumani,
dei veri e propri lager del XXI secolo.

Al
CIE di Ponte Galeria, come in molti altri centri, ancora non ci sono
nè i riscaldamenti nè l’acqua calda, i detenuti (di tutte le età,
sesso ed etnie) sono costretti a vivere in spazi sovraffollati,
dormendo a volte per terra e con una sola coperta di carta per
ripararsi dal freddo. Sopravvivono con una sola bottiglietta d’acqua
al giorno a testa e con cibo scadente, e spesso gli viene negata
anche l’assistenza medica. I volontari della Croce Rossa si rendono
continuamente complici di queste torture, solidarizzando con i
militari e la polizia contro i reclusi.

Di
fronte a tutto questo non è possibile rimanere indifferenti: la
campana di vetro si infrange, pronta ad essere mandata in
frantumi…..se solo aprissimo gli occhi!

Sta
ad ognuno di noi decidere se rimanere al calduccio delle nostre
illusioni, o se affrontare la fredda realtà dell’ esistenza dei CIE.

L’unico
regalo possibile per queste persone è la libertà!

L’unico
regalo possibile è la chiusura immediata di questi lager!

L’INDIFFERENZA
E’ COMPLICITA!

CHIUDIAMO
SUBITO IL CIE DI PIONTE GALERIA!!

Per
maggiori info: http://fortresseurope.blogspot.com/ oppure
http://www.autistici.org/macerie/

Per un linguaggio antisessista

Take Back the Night

Appuntamenti pre-manifestazione notturna!

 

x info, scaricare flyer, spot e volantini:  http://takebackthenight.noblogs.org

 *MARTEDì 10 N0V*

ore 13.30: Pranzo Sociale @ la Sapienza

-Città Universitaria- Pratone

*VENERDì 12 NOV*

ore 19.00: Aperitivo @ Volturno – Via Volturno 37- Stazione Termini

*DOMENICA 15 NOV*

ore 13: Pranzo Sociale- Menu MultiEtnico @ Lucha y Siesta

– Via Lucio Sestio 10- MetroA –

*LUNEDI’ 16 NOV*

ore 13: Pranzo Sociale-InFoPoint-Assemblea 

@Lettere Rm3-Via Ostiense 234- MetroB-Marconi 

—–*SABATO 21 NOV*——

finalmente TAKE BACK THE NIGHT!!

ore 18.30 @ Piazza Vittorio

 

Iniziativa sulla RU486 13/11 @S.Lorenzo

 

Pillola RU486:

– che cos’è?
– come agisce?
– quali vantaggi offre?
E’ chiara la criminalizzazione della libera scelta femminile: i lunghissimi tempi di approvazione parlamentare, le ossessioni vaticane, la disinformazione dei media, la violenza fisica e verbale da parte della destra clerico-fascista.

ASSEMBLEA CITTADINA
13 NOVEMBRE 2009 H 17.00
AL GRANDE COCOMERO
VIA DEI SABELLI 88/A (S. Lorenzo)

Partecipano:

– Graziella Bastelli (Operatrice sanitaria, Policlinico Umberto I)

– Lisa Canitano (Ginecologa, Vita di Donna)

– Marco Sani (Ginecologo)

– Silvio Viale (Ginecologo, ospedale S.Anna di Torino)

LIBERE DI SCEGLIERE!
ASSEMBLEA DELLE DONNE E DEI CONSULTORI DI ROMA E CASTELLI

info e contatti: dammidellei@gmail.com

Take Back The Night! Riprendiamoci la notte!

*Take back the night!* 
*Riprendiamoci la /notte/!*

Dopoanni di politiche sempre più restrittive per la libertà di tutti masoprattutto di tutte, abbiamo pensato di dover ribadire cosa vuol diresicurezza per noi. Nell´immaginario comune, la notte è sempre stataassociata all’insicurezza, alla violenza, alla paura e col tempo noistesse abbiamo imparato a introiettare l´idea del pericolo del mondoesterno.

Con i /loro/ mezzi di comunicazione assordanti voglionoinculcarci l´idea del terrore della vita che troviamo fuori dalla casa(italiana). Una casa che non dovremmo mai lasciare perché sinonimo diprotezione e sicurezza. Ma noi non ci caschiamo. Non ci rinchiuderannonella prigione delle mura domestiche per far godere l´uomo padr(on)e emarito, che cerca di approfondire sempre più il senso di controllo sulcorpo e sulla libertà delle donne. Non resteremo i nostri corpi pergiustificare le politiche sicuritarie e razziste di questo paese ormaialla frutta.

Siamo pronte a uscire nelle strade e a dirlo aridosso del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulledonne. Poiché la sicurezza non viene da un maggior numero ditelecamere, né dall´emarginazione, incarcerazione ed espulsione degliimmigrati (e delle immigrate), ma dalla nostra stessa libertà eautodeterminazione dentro e fuori le mura domestiche.

Vogliamovivere le nostre strade anche di notte e vogliamo che sia questo afarci sentire sicure. Vogliamo non sentirci mai da sole. Vogliamo direquesto da donne alle donne, alle lesbiche, alle trans, perché non èsicurezza una città militarizzata, non è sicurezza una città fatta dironde e lame, perché la nostra arma è la solidarietà.

Questacrisi tanto temuta e così poco ammessa viene sfruttata, come è semprestato, per restringere le libertà acquisite in anni di lotte. In tempodi crisi le classi dirigenti tentano in ogni modo di minare alla base idiritti umani più elementari: prove ne sono i respingimenti in mare deimigranti, come quelli delle donne nelle case, la negazione del dirittoal dissenso attraverso censura mediatica e divieto di manifestazione,la distruzione della scuola pubblica, la criminalizzazione e lasvalutazione delle donne sututti i fronti, specie in campolavorativo. Infatti precarietà o pratica delle dimissioni in biancorestano principalmente problemi femminili,impedendo alle donne, chevogliano sfuggire a situazioni di violenza infamiglia, di farlo.Nessuno si chiede perché i famosi assenteisti di Brunetta fossero inmaggioranza donne, dato che sulle donne ricade tutto ilpeso di un/welfare/ sempre meno efficiente.

Tutto questo accade mentre laChiesa continua a proporre un modello familiare in cui la donnaconservi il ruolo di incubatrice e balia, mentre la società diventasempre più fascista, ribadendo, tra gli altri, il vecchio schema delladonna o santa o puttana. Così la violenza è palese solo quandoacompierla è il tossico, l’immigrato o il rom e si arriva a giustificarel´ubriachezza dei "bravi ragazzi", che agiscono per soddisfare bisognidovuti, mentre lo stesso comportamento rende la donna un´incoscienteche "se l´è cercata".

Ma in tutti questi casi non si indaga laviolenza alle radici, la giustificazione è sempre la devianza, mentrenoi sappiamo bene che laviolenza è diffusa e propagandata dai media edalla cultura.

Si sistematizza una violenza più subdola, in unpaese in cui escort eprostitute sono messe alla berlina, umiliando edenigrando la donna attraverso comportamenti di certi personaggipolitici che vengono imposti come modello vincente.

*E tra l´affanno dei giornali e dei politici preoccupati, anche noi vogliamo dire la nostra.*

*Invitiamodonne, puttane, trans, migranti e rom, lesbiche, gruppi e collettivifemministi a partecipare all’assemblea che si terrà il 22 ottobrenell’aula autogestita di psicologia la Sapienza (via dei Marsi) alle 18per costruire una street parade notturna e momenti di riappropriazionedelle nostre città attraverso musica, arti di strada e grafiche, il 27 novembre come tutti i giorni, aspettando il corteo nazionale contro la violenza sulle donne.

x info: takebackthenight(at)grrlz.net

NON CI SONO PARI OPPORTUNITA’ SENZA UGUALE DIGNITA’! LIBERE DI ESSERE – LIBERE DI SCEGLIERE!

 
 
La CONCRETEZZA prima di tutto.E’ di questo che parla Mara Carfagna quando esprime la natura dei suoi interventi come Ministra delle Pari Opportunità. 
Ed è con CONCRETEZZA che noi, donne e studentesse, vogliamo parlarle oggi, in occasione della sua (presunta) presenza qui a Scienze Politiche di RomaTre per l’inaugurazione di un corso per pseudo-amministratori locali.
 
Veniamo continuamente bombardate – dai media, dalle dichiarazioni di politici, dalle pubblicità, dai comportamenti di chi ci sta attorno – di messaggi distorti sul RUOLO e sulle FUNZIONI che dovrebbero avere le donne, secondo una politica familista e patriarcale nella quale è ammesso un unico modello di sessualità . Una politica che ci vuole madri di famiglia e figlie devote, senza tenere minimamente conto delle nostre reali esigenze: tante, varie, differenti.
 
E’ questo il tipo di messaggio che cerca di propinarci la nostra Ministra delle Pari Opportunità quando afferma che la famiglia è un “luogo di realizzazione”, dimenticando (o fingendo di dimenticare) che è la famiglia il luogo primario dove le donne subiscono le violenze. Ignorando (o fingendo di ignorare) che le donne non possono sentirsi realizzate se vengono indotte a puntare tutte le loro chance, tutti i loro desideri, su di essa.
 
L’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE non parte da un’attribuzione di ruoli predeterminati, ma dalla libertà di SCEGLIERE.
Scegliere se interrompere una gravidanza, perché impedirlo significa dire che le donne non possiedono il proprio corpo, che non sono legittimate nelle proprie scelte, che hanno bisogno che qualcuno decida per loro.
 
Scegliere se indossare il burqa, perché non è certo spogliandoci che saremo libere dall’oppressione delle famiglie da cui proveniamo, un’oppressione che ha radici ben più profonde.
 
Scegliere se essere moglie e madre, o se divorziare entrando in contraddizione con i ruoli che questa cultura patriarcale ci assegna, respingendo il senso di controllo sociale e di possesso che di frequente i nostri mariti pensando di poter esercitare su di noi.
 
Scegliere se essere lesbiche, senza che le nostre preferenze sessuali portino i nostri padri a sentirsi in diritto di picchiarci, di accoltellarci, di vergognarsi di noi.
 
Scegliere di uscire di casa di giorno e di notte, in centro e in periferia, perché non è dai migranti e dai rom che dobbiamo difenderci, ma dalla cultura sessista che troviamo in casa prima che nelle strade.
 
Non serve un sistema di leggi che rafforzino il modello securitario, non abbiamo bisogno di affidare la nostra difesa ad altri uomini: ronde, poliziotti o eserciti non saranno mai in grado di garantire la nostra sicurezza e di dare RISPOSTE CONCRETE ai nostri BISOGNI CONCRETI.
 
La CONCRETEZZA di cui parla la Ministra Carfagna, a nostro avviso, dovrebbe dare una spinta – e non essere un freno – all’autodeterminazione delle donne. E invece scopriamo che CONCRETEZZA fa rima con CONTRADDIZIONE, perché non significa altro che legittimare la politica razzista di questo governo, per poi sottrarre fondi indispensabili (20 milioni di euro) per attuare una politica contro la violenza sessuale.
 
Non ci faremo cucire addosso bisogni che non abbiamo, ruoli che non vogliamo!
Vogliamo che le Pari opportunità siano davvero PARI per TUTTE le donne!
 
 
Collettivo Universitario Femminista LE FACINOROSSE
 
 

Donna/Woman/Femmes – Invenzioni quotidiane

Incontri con  http://www.dwf.it/

Martedì 29 settembre 2009, ore 17.30
Casa internazionale delle donne
Via San Francesco di Sales 8/a piano terra
Roma

Introduzione di
Laura Fortini e Rosetta Stella, curatrici di Invenzioni quotidiane
Intervengono
Roberta Paoletti, Federica Castelli, Valeria Mercandino (Roma Tre)
Simona Filippini (Camera 21)
e le fotografe
Maria
Acioly, Agripina Aguilar, Graciela Ayala, Monica Daniliuc, Irene
Martin, Isabelita Mendiola, Arcelie Pagdilao, Narciza Riasco, Iaroslava
Skolozdra, Sandra Tafur
Inaugurazione della mostra Di lei. Donne globali raccontano che rimarrà visitabile fino al 10 ottobre 2009

Mercoledì 30 settembre 2009, ore 17.30
Facoltà di Lettere e Filosofia – Università Roma Tre
Aula 15 piano terra
Via Ostiense 234 (fermata metro B Marconi)
Roma

Proiezione del dvd della mostra “Di lei. Donne globali raccontano”
Dibattito a partire dal numero di DWF Invenzioni quotidiane
Intervengono
Laura Gallucci (architetta) e Tiziana Musi (Accademia delle Belle Arti – Roma)