GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2009, DALLE ORE 16.30 PRESIDIO DAVANTI AL CIE DI PONTE GALERIA

Nelle giornate in cui si svolgerà il G8 vogliamo stare fuori dalle mura
Ponte Galeria, mentre i cosiddetti “grandi della terra” saranno
nascosti dentro una caserma a parlare della crisi. I governi del mondo
chiamano a gran voce la libera circolazione delle merci e dei capitali,
pretendendo di fermare e controllare i flussi migratori, mentre l’unica
possibilità di movimento concessa alle persone sembra essere quella legata
al mercato del turismo o allo sfruttamento del lavoro. Respingimenti,
detenzioni indiscriminate e politiche securitarie di militarizzazione
sembrano essere la risposta dei cosiddetti paesi industrializzati alla
crisi economica e sociale che hanno contribuito a creare.
Pochi giorni fa è stato definitivamente approvato il “pacchetto
sicurezza”, attraverso cui il territorio dello stato italiano assumerà
ancor di più il carattere di laboratorio a cielo aperto della repressione
permanente. L’entrata o la permanenza “irregolare” al suo interno
diventa reato, la durata massima della permanenza nei CIE (Centri di
Identificazione ed Espulsione) è estesa da 2 a 6 mesi, le ronde razziste
vengono legalizzate, solo per citare alcuni degli inasprimenti repressivi
previsti dalla nuova legge. Intanto i reclusi dei CIE di Milano, Bologna e
Gradisca d’Isonzo stanno già protestando con uno sciopero della fame.

Vogliamo tornare fuori da Ponte Galeria perché nei CIE finiscono persone
rastrellate per strada mentre tornano a casa dopo una giornata di lavoro
sottopagato, mentre fanno la fila per rinnovare il permesso di soggiorno,
oppure mentre aspettano un amico per uscire la sera.
Chiunque protesti contro le brutali condizioni di vita imposte da questi
lager democratici (sovraffollamento, igiene inesistente, psicofarmaci come
strumento di sedazione di massa, acqua razionata e negazione di ogni
assistenza) si trova a subire violenze fisiche e intimidazioni. Pestaggi e
abusi da parte della polizia e della Croce Rossa (che gestisce il CIE di
Ponte Galeria) sono all’ordine del giorno e solo negli ultimi tre mesi si
sono registrate due morti: Salah Souidani, morto dopo che il personale
sanitario gli aveva rifiutato l’assistenza medica (e dopo aver inoltre
subito un pestaggio poliziesco, secondo la testimonianza di altri reclusi),
e Nabruka Mimuni, che era in Italia da trent’anni e che, dopo aver
ripetutamente minacciato di togliersi la vita piuttosto che essere
rimpatriata, è stata lasciata in balia del proprio destino.

Non è pensabile che persone che hanno scelto di andarsene dal proprio
paese d’origine, mettendo spesso a rischio la propria vita per costruirsi
un futuro migliore, o per fuggire da un presente di oppressione, si trovino
ad essere rinchiuse in un lager di stato.

La clandestinità non è che una condizione imposta da politiche razziste,
xenofobe, basate sullo sfruttamento e sul ricatto continuo. Noi non ci
dividiamo in “italiani” o stranieri, ma ci consideriamo tutti e tutte
abitanti del mondo.

Libertà di movimento per tutte e tutti.
Chiudere i Centri di Identificazione ed Espulsione.
Contro la società dei recinti e delle frontiere.

GIOVEDÌ 9 LUGLIO, DALLE ORE 16.30 PRESIDIO A PONTE GALERIA:
MUSICA, VOCI, PAROLE.

L’appuntamento per prendere tutte e tutti il trenino è alle 16.00 alla
stazione Ostiense.

Portiamo tutta la nostra creatività, la nostra rabbia e la nostra forza
davanti a quelle mura, facciamo sentire a chi vi è rinchius* la
solidarietà di tutt* coloro che non vogliono più tollerare l’esistenza
di questi lager, né le torture e gli omicidi di stato che si vorrebbero
occultare al loro interno.

Il presidio si svolge nel parcheggio della fermata "Fiera di Roma" del
trenino per Fiumicino aeroporto (Via Gaetano Rolli Lorenzini angolo Via
Cesare Chiodi).

Antirazziste e Antirazzisti

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28 Maggio@ Sapienza a cura del Laboratorio di genere

Comunicato sull’attentato ad acrobax

 

E’ l’una di notte tra domenica 3 Maggio e Lunedì 4 Maggio. Si sente
una sgommata di una macchina che esce dal parcheggio, qualche istante e
una prima esplosione, un paio di secondi e si sente la seconda. Appena
usciti troviamo una delle nostre macchine con il vetro sfondato e del
fumo che esce da dentro. A terra troviamo dei volantini su cui è
scritto: “basta antifascismo. onore ai camerati caduti”.

 

Questo è quello che è avvenuto la scorsa notte davanti al LOA
Acrobax, ex cinodromo occupato a Roma; l’ennesima aggressione nella
notte operata da ignoti. In realtà sono sconosciuti nel volto, ma molto
evidenti nelle idee.

Ci viene da pensare ad un episodio molto simile accaduto quasi un
anno fa, quando avevamo cacciato simili sconosciuti con un ordigno ben
più importante che si erano dati eroicamente alla fuga. Ci vengono in
mente le bombe, bombette e pernacchiette che in questi anni sono state
fatte esplodere di fronte agli spazi occupati, quelli che nei territori
sono più radicati come punto di riferimento per la socialità certo ma,
innanzi tutto, per le battaglie e le lotte quotidiane.

Conosciuti come voci critiche ed indipendenti all’interno dei
territori, quelli fastidiosi perché solitamente in prima fila contro le
speculazioni e le politiche mercantili che trasformano questa
metropoli. L’alternativa possibile ad un modello insostenibile.

Sarà per questo che vengono attaccati o dichiarati sgraditi o
inutili e vuoti, covi di malaffare; è una vecchia deformazione che
hanno i fascisti: prendersela con chi è diverso dal potere a cui sono
asserviti. Chi sa se ne sa qualcosa il sindaco Alemanno rispetto alle
dichiarazioni fatte in relazione al Forte Prenestino e ai centri
sociali in genere?

Ma non possiamo fare a meno di pensare anche alle decine di
aggressioni che a queste azioni si sono accompagnate, più o meno
conosciute, sono comunque molte. E non possiamo fare a meno di pensare
a Renato e al suo assassinio sempre per mano dei soliti noti; o
all’aggressione a CasalBertone di quasi due anni fa dove i coraggiosi
di Casapound mandarono alcuni occupanti di casa in ospedale e poi
fuggirono veloce quando uscimmo tutti/e: la lotta per la casa
sperimentò l’utilizzo sociale del mattone.

Abbiate pazienza ma la nostra memoria ha radici forti e profonde e
purtroppo sappiamo che quello che si è diffuso nelle strade di Roma non
è bullismo ma razzismo, che i giovani ribelli di destra sono
fascistelli con vecchie idee, che la cultura dell’odio per le
differenze (che tu sia immigrato, omosessuale, di sinistra poco
importa) produce e produrrà sempre violenza.

E’ contro questa cultura e questa visione della società che noi
portiamo avanti le nostre lotte ed anche per questo che abbiamo
occupato l’ex-cinodromo. Ed è per questo che una bomba carta non ci fa
certo paura e non ci farà fare mai un passo indietro.

Ora e sempre antifascisti/e.

Con Renato nel cuore, con rabbia e con amore.

Gli acrobati e le acrobate

PROTEGGIAMOLI!

Il Collettivo femminista di Roma Tre, LE FACINOROSSE, sarà in Abruzzo in questi giorni e per tutto maggio per distribuire gli aiuti e i beni di prima necessità raccolti nelle facoltà dell’ateneo.
La nostra presenza effettiva nel campo ci permette di contribuire in prima persona alla costruzione di un percorso che permetta il ritorno a condizioni di vita accettabili.
Riprendere la quotidianità significa anche vivere liberamente la propria sessualità.
Nessuna sessualità può definirsi libera senza avere la possibilità di proteggersi.
La nostra presenza effettiva sul luogo ci ha permesso di constatare la diffusa esigenza di avere a disposizione contraccettivi, in primo luogo i preservativi, di cui nessuno si pre/occupa.
Reputiamo indispensabile una attenzione particolare nei confronti della contraccezione quanto quella che è stata dimostrata nella distribuzione di beni di prima necessità.
Sì, perche anche se gli atteggiamenti proibizionisti propri di “certi” ambienti indicano l’astinenza come unica via di salvezza, il profilattico è l’unico strumento capace di garantire un’elevata percentuale di protezione verso le malattie sessualmente trasmissibili (HIV, epatite B, epatite C, papilloma virus, herpes simplex etc) e soprattutto verso gravidanze indesiderate in un momento di assoluta precarietà e enorme disagio.

PROTEGGIAMOLI!

Le donne e gli uomini abruzzesi hanno bisogno, ora come prima, di tutelare la loro salute e serenità sessuale:

 

 Difendi il diritto ad amarsi senza rischiare!
Contribuisci con un’offerta e/o preservativi!

epicentrosolidale.org

La nostra resistenza è pane quotidiano

 

Il 7 aprile del 1944 morivano , fucilate dai nazisti, dieci donne.
Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante,
Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria
Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo furono assassinate al ponte di
ferro perchè insieme ad altri ed altre abitanti dei quartieri limitrofi
avevano assaltato un forno. Volevano riprendere la farina e
il pane che i fascisti negavano alla popolazione straziata dalla guerra e
destinavano, invece, ai tedeschi.
La loro morte doveva essere l’esempio che scoraggiasse chi intendeva
ribellarsi, ma il ricordo del loro coraggio è ancora la forza di chi cerca
giustizia.
Il 25 aprile vogliamo mantenere viva la memoria della resistenza di quelle
donne che,
come molte altre, pagarono con la vita un gesto di disobbedienza contro un
regime che ne schiacciava la dignità.
Quella storia ci appartiene, non è finita. Ricordarle è anche parlare
delle donne che ogni giorno resistono con i propri corpi alle guerre, alle
privazioni, alla negazione di libertà e delle diverse forme di esistenze.
Corpi violabili ma resistenti ogni giorno nel chiuso delle case e delle
famiglie
dove è quotidiana l’appropriazione dell’affettività e del lavoro;
negli spazi pubblici,
dove le aggressioni verbali e fisiche
vorrebbero ricondurci alla sottomissione e dove le lesbiche sono oggetto
di stupri punitivi per rieducarle” e costringerle all’ordine
eterosessuale.
La nostra resistenza è pane quotidiano perché lottare è la forma di
esistenza che abbiamo scelto in una società che nega, stravolge e si
appropria continuamente di ciò che siamo.

25 aprile 2009 ponte di ferro dalle 9:30 alle 10:30
in ricordo delle dieci donne giustiziate dai nazifascisti.

Antifasciste romane

pranzo sociale & sit in @ scienze politiche Roma3

 

 

Giovedì 26 marzo nella facoltà di Scienze Politiche  si svolgerà il Consiglio di Facoltà nel quale si discuterà dell’aggressione fascista avvenuta il 16 marzo. Come studenti  chiederemo alle istituzioni universitarie di prendere posizione sull’accaduto attraverso l’espulsione dei responsabili dell’aggressione, una pregiudiziale sulle iniziative proposte dalle liste di matrice neofascista e la posa di una targa in tutte le facoltà che ribadisca i valori costituzionali  dell’antifascismo e della democrazia.
Il ripudio del fascismo deve coinvolgere non solo il mondo studentesco, ma l’intera comunità cittadina, in una mobilitazione in difesa degli spazi di democrazia  fortemente attaccati dalle politiche autoritarie e reazionarie che negli ultimi tempi si stanno manifestando nel nostro paese sia da parte delle istituzioni, sia da parte di quei gruppi che si richiamano a degli ideali che si pensavano sepolti con il 25 aprile 1945.
Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, le forze politiche e sociali che credono nei valori fondanti della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, a partecipare al sit-in che si terrà giovedì 26 marzo a partire dalle 14 nel cortile di Scienze Politiche per  sostenere le nostre richieste in Consiglio di Facoltà.
L’università è antifascista
Roma è antifascista

RIPRENDIAMOCI LA NOTTE

 

RIPRENDIAMOCI LA NOTTE


RIAPPROPRIAMOCI DEI NOSTRI SPAZI!

 


Le Facinorosse sono studentesse e donne di tutte le facoltà di Roma Tre che hanno deciso di far sentire la propria voce per essere sempre più presenti in un ateneo che, come è noto, nonostante l’altissima presenza di donne iscritte a tutti i corsi di studio, è rappresentato a ogni livello  istituzionale e accademico principalmente da uomini.


Abbiamo ideato l’iniziativa "OrgaNIsmi Multipli", organizzandola e gestendola interamente, come prima tappa di un percorso culturale e sociale di riscoperta e rivalutazione del contributo femminile all’arte. In questa occasione abbiamo voluto presentarvi i lavori di artiste emergenti creando, allo stesso tempo, un momento di dialogo e di svago, di aggregazione e di crescita. 


La risposta degli organi universitari a questa come a tutte le altre iniziative proposte, però, esprime la sempre più diffusa volontà politica di limitare i contributi di noi studenti e studentesse alla sola attività didattica: ancora una volta, infatti, attraverso la ormai familiare “politica del silenzio” ci sono stati negati gli spazi della facoltà oltre le ore 23, orario che è chiaramente insufficiente per la buona realizzazione di una iniziativa come OrgaNIsmi Multipli, perché chiaramente incompatibile con il programma dell’evento stesso.
Il limite delle 23 impostoci, oltretutto, risulta essere già una straordinaria concessione all’autorizzazione iniziale, che arrivava a coprire solamente l’orario di chiusura regolare della facoltà (20 e 30), e che ci è stato comunicato a poche ore dall’apertura dell’iniziativa, in onore alla già citata "politica del silenzio" attuata dagli organi centrali di questa università.


Vogliamo ribadire l’importanza degli spazi autogestiti nell’università in quanto luoghi di effettivo e concreto confronto politico, di produzione di sapienza e cultura, di iniziative e di impegno sociale. Importanza che viene sminuita dai recenti comportamenti delle istituzioni universitarie attraverso sanzioni in denaro (come se le tasse che paghiamo non fossero già abbastanza!) e attraverso polemiche e pressioni sull’unico spazio autogestito che dà respiro al grigio incastro di aule e corridoi di questa facoltà.


Le studentesse e gli studenti di Roma Tre vengono messi all’angolo, relegati in spazi di espressione e di aggregazione sempre più ristretti: siamo privati della possibilità di vivere l’università così come la desideriamo!


TUTTO QUESTO DEVE CAMBIARE!

Siamo stufe di scontrarci con dei NO che sono IMMOTIVATI e INCONDIZIONATI!

Siamo stufe di affrontare assurdi MOSTRI BUROCRATICI per promuovere le nostre iniziative culturali!

Siamo stufe di delegare rappresentanti e professori perché le nostre proposte siano ascoltate!


Lanciamo un appello a tutte e tutti coloro che credono nell’autogestione come vero e proprio valore aggiunto per l’università stessa: è ora di RIAPPROPRIARCI DEI NOSTRI SPAZI!

 

 

ORGAniSMI MULTIPLI

Essere Partigiane

Perchè un’iniziativa sulla resistenza?
Perchè ascoltare ancora i racconti delle partigiane?
Partigiano significa fazioso, chi prende parte a un gruppo, probabilmente
in nome di un’idea.
A cosa serve ora prendere parte a un gruppo, essere di parte, essere
addirittura faziose o come dice qualcuno, facinorose.
Qualcuno e qualcuna probabilmente penseranno che prendere parte oggi non
serva. Che con la Liberazione e con la caduta del muro di Berlino possano
essere considerati conclusi i grandi scontri ideologici e con questi la
possibilità di prendere parte.
Prendere parte oggi però significa schierarsi in difesa delle dignità
violate da processi legislativi sempre più umilianti, nei confronti di
quei soggetti considerati deboli e pericolosi, perchè non perfettamente
incasellati in un sistema post-fordista: donne, migranti, precari e
precarie. L’autoritarismo che sta prendendo sempre più piede nella nostra
vita di tutti i giorni. Prendere parte è fondamentale non solo in difesa
della dignità altrui, ma anche in difesa della nostra. Il regime fascista,
come quello nazista, con la complicità di persone semplicemente
indifferenti, hanno lentamente privato della propria personalità milioni
di individui. Per non perdere la propria dignità è importante oggi
prendere posizione.
Come donne, è importante doppiamente prendere parte, perchè il
neoautoritarismo dilaga in nome della nostra protezione, o per controllare
i nostri corpi.
Un regime totalitario pretende di governare vita e morte degli individui:
così come sta accadendo in Italia, con leggi come la legge 40, che tutela
l’embrione a scapito della salute della donna, o con il disegno di legge
sul testamento biologico, che pretende di rimettere nelle mani dei medici,
le nostre decisioni ultime in merito ai trattamenti sanitari più invasivi
e umilianti, a tenere in vita chi naturalmente in vita non sarebbe rimasto.
Un regime autoritario espelle attraverso il suo sfintere sociale gli
indesiderati e le indesiderate: la crisi non solo allontana i e le
migranti, ma ghettizza e rigetta i campi rom, umiliando e degradando
persone che spesso sono nate in Italia, e dovrebbero avere gli stessi
diritti dei cittadini e delle cittadine. E la repressione è iniziata
proprio con le prostitute: da sempre guardate con la doppia morale che le
vede sfogo di bisogni e protezione delle donne italiane, e al tempo stesso
elemento da allontanare nelle periferie delle città, possibilmente in zone
protette.
Un regime totalitario mobilita l’opinione pubblica: le ronde ne sono
l’esempio demagogico e populista più manifesto. Ma l’informazione di
regime annichilisce le menti, e propone come modello di donna la velina,
che quasi per caso, finisce per coprire ruoli istituzionali.
Ma tutto questo non è casuale. Dallo squadrismo a oggi il fascismo non è
mai stato sopito del tutto, e oggi i ragazzi che mettevano le bombe nelle
piazze sono al potere. Alcuni indossano la celtica in memoria della
gioventù scapestrata, altre si ridipingono cape dipartimento al ministero
delle pari opportunità. Mentre il Parlamento elabora progetti di legge che
mirano a eguagliare partigiani e repubblichini, nell’inclusivo e
pacificante “Ordine del tricolore”.
Eppure sappiamo che i fascisti non sono affatto pacifici: tutti i giorni le
provocazioni squadriste si fanno sentire all’Università, tutti i giorni
veniamo aggredite e aggrediti fuori dai nostri spazi.
Essere partigiani oggi è un dovere.
Essere partigiane è fondamentale, per tutte quelle che non si vogliano
identificare in un sistema che vuole renderle il perno di una politica
razzista, che esclude le diversità, che promuove la sola famiglia
eterosessuale. Essere partigiane significa “solo” proteggere la nostra
capacità di autodeterminazione, da sempre limitata dalle politiche
familistiche, che intervengono in soccorso della crisi a tappare i buchi
del welfare, o dalle politiche cattoliche che le vogliono mogli e madri
perfette.

ORGAniSMI MULTIPLI

Il collettivo femminista le Facinorosse è lieto di invitare tutte e tutti all'evento dell'anno
ORGAniSMI MULTIPLI
Il 19 marzo nella Facoltà di Lettere Roma3 (via Ostiense 234 - metro BMarconi)
proponiamo un'iniziativa che coinvolgerà tutti i vostri sensiattraverso l'esposizione 
di opere di artiste emergenti: Arti Plastiche,Fotografia, Installazioni, Performances, 
Fumetto, Cyber Art, Architettura,Visual/ Web Design, Moda, Creazione Digitale...
Inoltre, la giornata si strutturerà in:
- una conferenza sull'arte messicana del primo '900 incentrata sullafigura di Frida Kahlo, a seguire proiezione del film Frida (16.30 - 20) 
-aperitivissimo (20 - 22)
- alle 22 performance
- a seguire: trashona ed elettronica con vjset allegati.
Sarà presente l'infopoint su pillolissima2009
e numerosi altri contributi...in collaborazione con
http://ladyfest-roma.noblogs.org/